Nuovi compound in ptfe
Il PTFE (Polytetrafluoroethylene) é un tecnopolimero caratterizzato da un basso coefficiente di attrito, un’elevata resistenza termica e un’ottima resistenza agli agenti chimici.
Queste peculiarità rendono il PTFE un materiale altamente performante e ampiamente utilizzato in campo tecnico anche in presenza di condizioni operative complesse; in particolare viene impiegato nei sistemi di tenuta sia nella realizzazione di guarnizioni che di boccole ad alta prestazione.
L’autolubrificazione nelle applicazioni rotanti/traslanti, in cui il PTFE deposita delle particelle nelle asperità delle superfici a contatto creando un vero e proprio film di scorrimento, è una delle proprietà maggiormente apprezzate dai progettisti.
Il PTFE possiede proprietà meccaniche eccezionali per le applicazioni statiche; in caso di applicazioni dinamiche, le sue caratteristiche, soprattutto tribologiche, possono essere migliorate adittivando il PTFE con specifiche cariche che danno origine a compound in grado di rispondere alle necessità di applicazioni specifiche. Il Centro di Ricerca ATP è in grado di produrre compound “custom” a matrice PTFE, caricati con varie tipologie di filler, in modo da rispondere alle sempre più esigenti richieste del mercato . Il totale controllo della catena produttiva dalle polveri al semilavorato permette di ottenere materiali ad elevato valore qualitativo. In particolare, tutti i nostri prodotti vengono sottoposti a verifica interna presso il Laboratorio ATP, dotato delle più moderne strumentazioni analitiche.
Tribometro ed analisi dell'usura
La tribologia è la scienza che studia l’attrito, la lubrificazione e l’usura, ovvero tutti i processi che avvengono tra due corpi interagenti in moto relativo.
La ricerca e sviluppo di materiali innovativi a matrice fluoropolimerica ha spinto ATP verso uno studio più approfondito della tribologia dei materiali e un’ottimizzazione dei fattori che influiscono sul sistema tribologico, quali le condizioni ambientali, operative e tipologia di superficie con cui il materiale in esame interagisce. Il tribometro è lo strumento che consente di calcolare il tasso d’usura e il coefficiente d’attrito dei materiali polimerici in contatto con una determinata contro-superficie, e in condizioni operative specifiche.
Il laboratorio ATP si avvale attualmente di due tribometri per:
- Prove tribologiche in modalità rotativa
- Prove tribologiche in modalità alternativa
Grazie agli accessori “plug and play” la prova d’usura può essere condotta in tre diverse configurazioni:
La prima configurazione di prova consiste in un perno (pin), cilindrico o avente una calotta sferica, che viene pressato contro un disco in rotazione. Il pin viene caricato con dei pesi standard (da 1 fino a 60 N), mentre si imposta la velocità di rotazione del disco (da 0,01 a 5000 rpm), che rimane costante per l’intera durata della prova.
La seconda configurazione consiste in un campione a forma di placchetta che viene pressato su un disco in rotazione (da 0,01 a 500 rpm).
In entrambi i casi la prova si interrompe al raggiungimento di una preimpostata distanza di strisciamento. L’output della prova è il coefficiente d’attrito, che viene monitorato in continuo, e il tasso d’usura calcolato come rapporto tra il volume di materiale asportato e il prodotto tra il carico applicatoe la distanza di strisciamento.
La terza configurazione consente di simulare il movimento alternativo di un pin, soggetto ad un carico, su una determinata contro-superficie.
Le prove possono essere effettuate in condizioni lubrificate e non e in determinate condizioni ambientali con l’ausilio di una camera climatica che consente di raggiungere temperature fino a 300°C.